FLASH BCE
Macro & Mercati
09.07.2021
La BCE ha annunciato di avere concluso la revisione della propria strategia di politica monetaria, processo avviato nel gennaio del 2020 e terminato (peraltro con una decisione unanime) con qualche mese di anticipo rispetto alle attese. Negli intenti della BCE, questa revisione (la precedente risaliva al 2003, quando la BCE cambiò il target da “sotto il 2%” a “sotto ma vicino al 2%”) non avrebbe dovuto tralasciare alcun aspetto della politica monetaria: l’obiettivo di inflazione adottato, il modo di misurarlo, gli strumenti per raggiungerlo, il ruolo giocato dalle aspettative di inflazione, dalle politiche macroprudenziali, dal sistema finanziario, e perfino dall’impatto del cambiamento climatico.
Alla fine di tutte queste analisi, la revisione ha portato a dei cambiamenti marginali e, soprattutto, che riflettono già quelle che erano le attese di mercato, a loro volta basate su come la BCE aveva concretamente condotto la politica monetaria in questi ultimi anni, in particolare nel periodo successivo alla grande crisi finanziaria e del debito sovrano.
La modifica più importante riguarda il fatto che l’obiettivo d’inflazione diventa simmetrico intorno al 2%, ma senza esplicitare un intervallo e senza introdurre alcun sistema formale di “average inflation targeting” (come quello, ad esempio, adottato dalla Fed lo scorso anno). Sostanzialmente la BCE specifica che le deviazioni al ribasso dell’inflazione dal target del 2% sono indesiderabili, esattamente come le deviazioni al rialzo, e che quando l’inflazione persiste troppo a lungo al di sotto del target, è necessaria un’azione forte e continua della politica monetaria, al fine di non disancorare le aspettative d’inflazione. In sostanza, è quanto gli analisti (ed il mercato) si aspettavano venisse approvato formalmente dal Consiglio Direttivo. Verranno inoltre incorporati nell’indice di inflazione gli “affitti imputati”, per meglio considerare i costi immobiliari, e si lavorerà per tenere conto dei rischi del cambiamento climatico nella conduzione della politica monetaria.
I cambiamenti annunciati non appaiono tali da comportare una modifica di rilievo alla politica monetaria. Si è scelto, nel segno della continuità, di adottare una strategia per ri-ancorare stabilmente al target del 2% le aspettative di inflazione, tollerando temporanee e moderate deviazioni al di sopra del target (come avverrà nella seconda metà di quest’anno). Va però riconosciuto che la BCE ha sempre avuto questa flessibilità, se non formale, sicuramente di fatto, esplicitata dalla propria azione, soprattutto durante gli ultimi anni del mandato di Draghi.
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