FLASH BCE
Macro & Mercati
09.09.2021
Nella riunione di oggi la BCE, in linea con le attese, ha deciso di ricalibrare il PEPP, cercando di mantenere un tono ancora accomodante, pur nella necessità di riconoscere i progressi della ripresa economica, ora per la prima volta accompagnata anche da una risalita più visibile dell’inflazione. La BCE ha deciso all’unanimità di “ridurre moderatamente” il ritmo degli acquisti del programma PEPP nel quarto trimestre, ma la decisione era largamente attesa. Lagarde ha poi ovviamente cercato di ridimensionare la portata di questa decisione chiarendo che non si tratta di tapering, ma di ricalibrazione di uno strumento specifico pensato per la pandemia.
Appare però evidente che la BCE è oggi più fiduciosa di poter concludere il programma pandemico alla sua scadenza naturale. La ripresa infatti sta entrando in una fase più avanzata grazie al successo della campagna vaccinale in Eurozona e al fatto che la diffusione della variante Delta non ha, per il momento, necessitato nuove misure di riduzione della mobilità sociale. Ciò detto, il ritorno al trend pre-pandemico è ancora lontano e i rischi per la crescita rimangono bilanciati, a causa dell’incertezza che ancora grava sia per la pandemia che per gli ostacoli all’attività produttiva derivanti dai problemi di approvvigionamento di input e materiali produttivi. Questi ultimi innalzano anche le pressioni inflazionistiche ed è evidente che la BCE ha aumentato anche l’attenzione sul fronte dell’inflazione, salita al 3% ad agosto. In merito all’inflazione, il giudizio complessivo della BCE rimane quello che il rialzo sia transitorio e che l’inflazione torni sotto il 2% il prossimo anno, senza che si verifichino effetti di trasmissione dai prezzi ai salari, sul mercato del lavoro. Lo scenario centrale continua infatti a prevedere un’inflazione a medio termine, nel 2023, decisamente ancora sotto l’obiettivo, all’1.5%.
In linea con l’assenza di novità rilevanti nella riunione di oggi, la reazione del mercato è stata molto blanda: il vero “tapering” della BCE arriverà a dicembre, quando dovrà essere comunicata la decisione su come affrontare il “vuoto” derivante dal venire meno degli acquisti del PEPP da aprile del prossimo anno. Ci aspettiamo che a dicembre la BCE annuncerà la fine del PEPP a marzo 2022, ma ricalibrerà il programma APP, in modo da evitare un deterioramento delle condizioni finanziarie, che devono rimanere favorevoli, lo ha ribadito Lagarde più e più volte. Se il PEPP si concluderà con acquisti tra i 50 e i 60 al mese nel corso di 22Q1, indicativamente l’APP dovrebbe essere aumentato da 20 a 50 miliardi al mese, al fine di non generare “un vuoto” significativo. Alla luce del miglioramento delle condizioni macroeconomiche, diventa invece più difficile ipotizzare il disegno di un piano post-pandemico per accompagnare la ripresa, che conservi appieno tutta la flessibilità del PEPP. Questo potrebbe verificarsi solo se la crescita dovesse deludere. Infine, al momento, non vediamo le condizioni per un rialzo dei tassi BCE, e quindi per la fine degli acquisti di titoli, prima della fine del 2024.
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