Flash Fed
Macro & Mercati
27.01.2022
Era ampiamente scontato che la riunione della Fed che si è conclusa il 26 gennaio non avrebbe portato a nuove decisioni di politica monetaria (come, ad esempio, la possibile interruzione anticipata del tapering) e l’attenzione dei mercati era largamente concentrata sull’eventuale guidance che il Presidente Powell avrebbe potuto fornire sia sul processo di rialzo dei tassi sia sulla riduzione dell’attivo di bilancio. Riguardo ai rialzi dei tassi, il comunicato stampa emesso alla fine della riunione ha confermato che il primo rialzo avverrà “presto”, segnalando così in modo molto chiaro, come poi ulteriormente evidenziato da Powell nel corso della conferenza stampa, che questa decisione sarà adottata nella riunione del FOMC di metà marzo.
Questo sviluppo non rappresenta una novità per i mercati, che dopo la riunione del FOMC di metà dicembre, avevano prezzato come praticamente certo un aumento di 25 pb nel tasso sui fed funds nella riunione di metà marzo. L’interesse principale dei mercati verte però principalmente sull’entità e la frequenza dei prossimi rialzi e, al riguardo, è stato molto evidente che la Fed non è in grado di fare “promesse” e anzi non può escludere che, in dipendenza dall’evoluzione della dinamica dei prezzi e delle condizioni del mercato del lavoro, si debba contemplare un rialzo dei tassi di 50 pb e/o rialzi in tutte le riunioni del FOMC (almeno nella prima parte del ciclo restrittivo).
Le scelte dei prossimi mesi della Fed dipenderanno principalmente dall’evoluzione di inflazione e condizioni del mercato del lavoro. Per quanto riguarda l’inflazione, l’attesa generalizzata (da noi condivisa) è che l’inflazione rallenti sensibilmente a partire dalla primavera, ma l’incertezza riguardo a questo scenario centrale è molto elevata e i rischi appaiono per il momento ancora al rialzo (tra l’altro, Powell ha notato che le sue previsioni sull’inflazione sono ora più alte, “di qualche decimale”, rispetto alla riunione di metà dicembre). Di conseguenza, una risposta più aggressiva rispetto al nostro attuale scenario centrale che prevede quattro rialzi dei tassi da parte della Fed nel corso dell’anno appare certamente plausibile (ad esempio con rialzi dei tassi di 25pb in ogni riunione a partire da marzo e fino a novembre, per un totale di sei rialzi dei tassi). Dopo la riunione di ieri, il mercato si è già mosso nella direzione di prezzare quasi cinque rialzi nel 2022 (vedi grafico), introducendo anche una probabilità non trascurabile che il primo rialzo possa essere di 50 pb.
Questo sviluppo non rappresenta una novità per i mercati, che dopo la riunione del FOMC di metà dicembre, avevano prezzato come praticamente certo un aumento di 25 pb nel tasso sui fed funds nella riunione di metà marzo. L’interesse principale dei mercati verte però principalmente sull’entità e la frequenza dei prossimi rialzi e, al riguardo, è stato molto evidente che la Fed non è in grado di fare “promesse” e anzi non può escludere che, in dipendenza dall’evoluzione della dinamica dei prezzi e delle condizioni del mercato del lavoro, si debba contemplare un rialzo dei tassi di 50 pb e/o rialzi in tutte le riunioni del FOMC (almeno nella prima parte del ciclo restrittivo).
Le scelte dei prossimi mesi della Fed dipenderanno principalmente dall’evoluzione di inflazione e condizioni del mercato del lavoro. Per quanto riguarda l’inflazione, l’attesa generalizzata (da noi condivisa) è che l’inflazione rallenti sensibilmente a partire dalla primavera, ma l’incertezza riguardo a questo scenario centrale è molto elevata e i rischi appaiono per il momento ancora al rialzo (tra l’altro, Powell ha notato che le sue previsioni sull’inflazione sono ora più alte, “di qualche decimale”, rispetto alla riunione di metà dicembre). Di conseguenza, una risposta più aggressiva rispetto al nostro attuale scenario centrale che prevede quattro rialzi dei tassi da parte della Fed nel corso dell’anno appare certamente plausibile (ad esempio con rialzi dei tassi di 25pb in ogni riunione a partire da marzo e fino a novembre, per un totale di sei rialzi dei tassi). Dopo la riunione di ieri, il mercato si è già mosso nella direzione di prezzare quasi cinque rialzi nel 2022 (vedi grafico), introducendo anche una probabilità non trascurabile che il primo rialzo possa essere di 50 pb.
La riunione della Fed ha chiaramente segnalato i rischi al rialzo sul processo di normalizzazione dei tassi della Fed. Questi rischi non rappresentano, a nostro avviso, una novità e dipendono principalmente non tanto dalla funzione di reazione della banca centrale, ma dalla notevole incertezza riguardo al processo di rientro dell’inflazione e, più in generale, dall’evoluzione dell’economia USA nel breve termine.
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