FLASH MERCATI - La crisi Ucraina e il posizionamento dei portafogli
Macro & Mercati
24.02.2022
L’intervento militare della Russia in Ucraina ha generato una nuova fase di incertezza sui mercati, soprattutto in Europa e su alcuni paesi emergenti più vicini ai paesi coinvolti.
La correzione in corso riflette un aumento del rischio legata all’incertezza sull’ evoluzione degli eventi che potrebbe avere implicazioni importanti per le prospettive economiche, sia di crescita sia d’inflazione, in particolare in Europa, ma difficilmente genererà una recessione a livello globale. Tali implicazioni non sono ancora facilmente quantificabili alla luce della notevole incertezza sull’evoluzione del conflitto e sulla risposta in termini di sanzioni da parte dell’Occidente.
L’aumento dei prezzi energetici e la dipendenza dalle importazioni dalla Russia per gas e petrolio potrebbero poi determinare un ulteriore aumento dell’inflazione, in particolare in Europa, in aggiunta a quello già registrato negli ultimi mesi.
L’analisi di situazioni simili nel passato mostra che eventi di guerra hanno indotto situazioni di forte volatilità di breve periodo che hanno creato anche opportunità per posizionare più correttamente i portafogli rispetto alle tendenze fondamentali in atto.
Prima degli eventi di questi giorni, il nostro scenario di riferimento prevedeva, al netto della volatilità dei dati macro sui singoli trimestri, un percorso di crescita economico globale ancora robusto, che permetteva alle banche centrali di procedere a rimuovere parte dell’accomodamento monetario, ma anche di mantenere un trend di crescita degli utili aziendali superiore alle attese di mercato. Per questi motivi i nostri portafogli hanno un lieve sovrappeso in azioni che è stato realizzato a fine gennaio, dopo la prima fase di forte correzione. Con le curve dei tassi che già incorporano una significativa dimensione del restringimento monetario che le banche centrali possono realizzare e conferme sul fronte degli utili, il set di rischi ci è parso più bilanciato.
Prevediamo di mantenere questa esposizione azionaria complessiva perché non pensiamo che lo scenario globale si modifichi in modo sostanziale, ma i rischi di una evoluzione negativa della situazione che si è venuta a creare sono più elevati per l’Europa. Concentriamo dunque il sovrappeso azionario in USA e Cina, che sono aree più isolate rispetto agli eventi geopolitici, e nel mercato inglese che invece è caratterizzato da valutazioni inferiori. In area Euro i recenti eventi ci suggeriscono di mantenere una posizione più cauta e di leggero sottopeso.
Nei mesi scorsi abbiamo espresso cautela nei confronti del mercato azionario americano e del settore tecnologico in funzione del rialzo dei tassi di interesse che ha un impatto negativo sulle valutazioni. Questa cautela si è rivelata fondata e le azioni USA e la tecnologia nelle ultime settimane hanno corretto più di altri mercati, tra cui l’Europa. Dopo questo periodo di sottoperformance, e vista l’evoluzione del set di rischi, riteniamo opportuno riprendere nei nostri portafogli esposizione a favore del mercato USA anche in funzione della minore volatilità dei fondamentali aziendali che può conferire maggiore difensività in questa fase rispetto all’Europa e giustificare il premio di valutazione. Nel complesso però la dimensione del sovrappeso azionario non è elevata e abbiamo spazio per ulteriori aumenti nel momento in cui la situazione dovesse suggerirlo.
In ambito obbligazionario l’aumento delle tensioni geopolitiche può rallentare il percorso di aggiustamento al rialzo dei tassi, ma non crediamo lo interrompano definitivamente. Riteniamo dunque che il grado di protezione che i titoli di stato possono dare in questa fase sia temporaneo e in ogni caso inferiore rispetto al passato. Per questo motivo non modifichiamo il nostro sottopeso in quest’area. Nel settore del reddito fisso abbiamo di recente iniziato ad avere un atteggiamento più difensivo nei confronti del rischio di credito in ragione del minore supporto delle banche centrali e il basso livello degli spread. Confermiamo questo atteggiamento di maggiore cautela e l’interesse per la diversificazione offerta dai titoli di stato cinesi.
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