FLASH BCE
Macro & Mercati
10.03.2022
La BCE accelera il tapering e contempla ancora un rialzo dei tassi entro fine anno, pur riconoscendo che l’elevata incertezza richiede massima “agilità” d’azione.
La riunione di oggi era fortemente attesa ed è stata sicuramente una delle più difficili nella storia della BCE. La BCE riconosce che l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia rappresenta per l’Europa uno “spartiacque storico”, foriero di conseguenze negative per l’economia dell’Area Euro e che incrementa ulteriormente l’incertezza sullo scenario. A fronte di questa presa d’atto, però, la BCE ha deciso comunque di procedere sulla strada della normalizzazione delle condizioni monetarie avviata a dicembre e confermata a febbraio: pertanto, il PEPP finisce questo mese e gli acquisti aggiuntivi dell’APP termineranno in Q2 (non più in Q3), mentre in Q3 gli acquisti saranno calibrati sulla base dei dati. Se i dati indicheranno un’inflazione al 2% nel medio termine, gli acquisti verranno terminati del tutto in Q3, lasciando così ben aperta l’opzione di alzare i tassi entro fine anno.
Ci aspettavamo una “pausa” in questa riunione, con l’idea che la BCE prendesse più tempo per valutare meglio le implicazioni macroeconomiche dell’invasione dell’Ucraina per l’Eurozona, pertanto l’esito della riunione è senz’altro più aggressivo di quanto prevedevamo.
Lagarde ha spiegato che la decisione odierna della BCE non deve essere interpretata come un’accelerazione della fine del programma di acquisti (anche se in sostanza lo è), ma piuttosto come la prosecuzione della strada indicata in precedenza, passo dopo passo, verso la “normalizzazione”, per non aggiungere altra incertezza all’incertezza attuale. Ciò detto, l’incertezza sulle decisioni future della BCE resta comunque elevata: tra tre mesi infatti la situazione sul fronte della dicotomia tra crescita ed inflazione sarà ancora più accentuata di quanto valutata attualmente (la crescita verrà rivista al ribasso, l’inflazione al rialzo). Il fatto di avere confermato l’impostazione della politica monetaria precedente l’invasione dell’Ucraina ci dice che al momento la BCE rimane orientata a far prevalere la stabilità dei prezzi sul sostegno alla crescita, ma molto dipenderà anche da quanto i mercati finanziari e l’economia globale saranno in grado di assorbire le conseguenze negative dell’invasione dell’Ucraina, le cui implicazioni rischiano di essere molto più complesse ed estese di quanto valutato ora.
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