La BCE rimane ferma sul processo di normalizzazione della politica monetaria
14.04.2022
La Presidente Lagarde, visibilmente provata dal Covid-19 che l’ha colpita nei giorni scorsi, ha condotto una conferenza stampa al margine più “morbida” rispetto a marzo, ribadendo chiaramente la conferma del processo avviato verso la normalizzazione della politica monetaria.
L’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia sta creando un’enorme sofferenza e condiziona negativamente l’economia dell’Eurozona (e del mondo). L’impatto sull’economia dipenderà da evoluzioni non note al momento: lo sviluppo della guerra, le conseguenze delle sanzioni già decise e delle eventuali, nuove misure, che potrebbero essere adottate. I rischi al ribasso per la crescita sono pertanto aumentanti in misura sostanziale. Al contempo, anche i rischi al rialzo per l’inflazione si sono intensificati. La lettura dei dati più recenti da parte della BCE rimane quella presentata a marzo, ovvero la necessità di proseguire sulla strada della normalizzazione della politica monetaria, restando fedele alla “sequenza” di decisioni presentata in passato: ovvero, prima terminare gli acquisti di titoli, poi decidere quando e quanto alzare i tassi.
La novità più importante di questa riunione è che viene ora esplicitamente affermato che la BCE si aspetta di concludere gli acquisti nel terzo trimestre (la decisione non è ancora stata formalmente presa, ma “è altamente probabile”) e poi di alzare i tassi “qualche tempo dopo” (“some time after”), anche qui, come a marzo, ribadendo che potrebbe significare qualche settimana come parecchi mesi. La conferenza stampa odierna sembrerebbe pertanto escludere un rialzo dei tassi già a luglio (da qui il conseguente indebolimento dell’euro dopo la conferenza stampa), segnalando piuttosto che il primo mese utile per un rialzo dei tassi possa essere settembre.
Il secondo aspetto interessante emerso dalla conferenza stampa riguarda la flessibilità. Nelle ultime settimane infatti alcuni importanti esponenti del Consiglio Direttivo hanno accennato alla possibilità che la BCE introduca un nuovo strumento per fronteggiare il rischio di allargamento degli spread e di frammentazione della politica monetaria, dovuto al peggiorare delle condizioni cicliche. Nessun dettaglio è stato ovviamente fornito, ma si è lasciato intuire che la BCE abbia già pensato alle caratteristiche di questo strumento.
Per concludere, la BCE rimane orientata ad alzare i tassi nella seconda metà di quest’anno, pur aspettandosi una crescita debole. Due rialzi dei tassi di 25 pb appaiono ragionevoli, a settembre e dicembre, al fine di “normalizzare” la politica monetaria. Lo sviluppo di uno scenario recessivo potrebbe impedire questa decisione: le ricadute del conflitto in Ucraina sull’Eurozona rischiano di essere molto pesanti anche a medio-lungo termine, ma è necessario tenere ancorate le aspettative di inflazione ed in questo senso interpretiamo le intenzioni attuali della BCE.
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