FLASH FED
Macro & Mercati
16.06.2022
Le notevoli soprese al rialzo nei dati sull’inflazione pubblicati venerdì scorso rappresentavano chiaramente una sfida importante per l’impostazione di politica monetaria adottata dalla Fed.
Nella conferenza stampa il Presidente Powell, che ha più volte riaffermato la determinazione della Fed di riportare la dinamica dell’inflazione verso l’obiettivi, ha preferito fornire una guidance più sfumata sull’andamento dei tassi rispetto a quanto fatto nella riunione di inizio maggio, ma ha fornito in ogni caso indicazioni importanti. Powell ha infatti chiarito che il rialzo di 75 pb è “inusualmente ampio” ed è stato determinato dalle recenti sorprese sull’inflazione, ma che non si aspetta che rialzi di questa entità diventino frequenti (“common”), precisando peraltro che al momento attuale l’esito più probabile per la prossima riunione è un rialzo di 50 pb o di 75 pb (il mercato prima della conferenza stampa prezzava chiaramente un aumento di 75 pb). Questa relativa “moderazione” appare, a nostro avviso, il motivo principale per cui i mercati hanno interpretato positivamente il messaggio giunto dalla riunione.
Come era largamente prevedibile, la Fed ha dovuto anche rivedere sensibilmente le proprie proiezioni su crescita, inflazione e profilo dei tassi d’interesse (pubblicate con frequenza trimestrale) rispetto a quelle che erano state presentate nella riunione di marzo. La traiettoria dei tassi è stata corretta notevolmente al rialzo, in particolare con l’aggiunta di 150 pb di rialzi nel 2022.
Infine, e non sorprendentemente, le proiezioni d’inflazione della Fed per il 2022 sono state riviste ulteriormente al rialzo: di quasi un punto per l’inflazione totale, ma solo di due decimali per l’inflazione core.
La Fed ha quindi ricalibrato la propria politica monetaria per incorporare le recenti sorprese al rialzo nell’andamento dell’inflazione (come già avevano fatto i mercati), ma moderando in parte l’aggressività del proprio messaggio. Il nostro scenario centrale prospetta un altro rialzo di 75 pb nella riunione di luglio e un rialzo di 50 pb in settembre e successivamente ulteriori rialzi di 25 pb fino alla primavera del prossimo anno, quando prevediamo che i tassi raggiungano un livello intorno al 4%. Inutile dire che per questo scenario cruciale rimane l’andamento della dinamica dell’inflazione (e dei salari), che dovrebbero iniziare a fornire indicazioni più incoraggianti nel corso dei prossimi mesi.
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