Flash BCE
Macro & Mercati
06.03.2025
La BCE nella riunione odierna ha tagliato ancora il tasso sui depositi di 25 pb portandolo al 2.5%, in linea con le attese, ma ha però modificato il proprio atteggiamento specificando che ora il livello dei tassi è “significativamente meno restrittivo” che in precedenza e la Presidente non ha mai voluto fare riferimento al fatto che “la direzione di marcia” per le decisioni future della BCE fosse chiara, come veniva detto in passato.
Pertanto, i tagli “facili” sono terminati e da ora in poi si procederà con cautela, poiché il tasso sui depositi si situa ad un livello più vicino al tasso neutrale nominale di equilibrio, e perché l’incertezza politica e geopolitica che caratterizza il contesto attuale è altissima.
Si procederà riunione per riunione, sulla base delle informazioni ricevute: se sarà necessario un taglio si procederà a tagliare, in caso contrario si preferirà fare una pausa. Ci sono comunque dei punti fermi che persistono: il rallentamento dell’occupazione, le attese di discesa dei salari, la moderazione delle pressioni di inflazione sui prezzi domestici. Queste dinamiche per il momento proseguono, e potranno, aggiungiamo noi, sostenere la continuazione del processo di taglio dei tassi nei prossimi mesi.
Le nuove previsioni di crescita ed inflazione della BCE non incorporano ancora la svolta fiscale (veramente sorprendente, nell’ampiezza e nella velocità di azione) che la Germania sta cercando di implementare, seguita da un nuovo piano di espansione fiscale a livello europeo per la difesa (ReARM Europe): la BCE ha fatto riferimento a questi sviluppi ma mancano ovviamente informazioni sui tempi, le modalità e la fattibilità. Dal nostro punto di vista, pur riconoscendo l’aumento dell’incertezza, non modifichiamo lo scenario centrale che vede la BCE continuare a tagliare i tassi ancora ad aprile e giugno, arrivando al 2%, e non modifichiamo nemmeno l’attesa che la BCE scenda sotto il 2% nella seconda metà di quest’anno. Infatti, la svolta fiscale in Germania e (ben più modesta) negli altri paesi europei, richiederà tempo per concretizzarsi e nel breve periodo riteniamo che sulla crescita e sulla fiducia impatterà maggiormente la minaccia (e il molto probabile concretizzarsi) delle tariffe degli USA in aprile anche verso l’Europa.