La View di Fideuram Asset Management - edizione 06.2025

La View

26.06.2025

MERCATI AZIONARI
Il posizionamento azionario complessivo resta in lieve sovrappeso, anche se in modo più contenuto rispetto a quello implementato nella fase di ribasso dei mercati in aprile. Il riaccendersi del conflitto tra Iran e Israele ha generato un aumento della volatilità sul petrolio, ma finora non ha modificato in modo strutturale l’impostazione dei mercati, che restano concentrati sui fondamentali. Abbiamo un posizionamento neutrale verso gli USA assunto dopo il recupero dei livelli pre-Liberation Day. Confermiamo il leggero sovrappeso nella componente europea a cui abbiamo aggiunto l’area emergente asiatica. L’Europa ha valutazioni più basse rispetto agli USA e l’espansione fiscale tedesca attutisce l’incertezza tariffaria. I mercati emergenti asiatici hanno beneficiato dei progressi nelle relazioni commerciali e dei conseguenti favorevoli effetti macroeconomici. Settorialmente continuiamo a privilegiare la componente growth in USA e quella finanziaria in Europa.
EUROPA
ABBASTANZA POSITIVO
Pur consapevoli dei rischi legati alla negoziazione sulle tariffe, manteniamo un sovrappeso nei confronti dei mercati europei che vediamo supportati da un percorso degli utili in miglioramento e valutazioni attraenti. Lo stimolo fiscale supporta il comparto industriale e, quantomeno in parte, riduce l'impatto negativo dei dazi e dell'apprezzamento dell'euro. Nonostante la buona performance recente, continuiamo a vedere con favore l'investimento nel settore finanziario che si caratterizza per solidità dei fondamentali e remunerazione a favore degli azionisti elevata.
STATI UNITI
NEUTRO
Si conferma la forza degli utili, soprattutto grazie al contributo della tecnologia, e il supporto prospettico della politica fiscale e di deregolamentazione. Per contro, le valutazioni più alte e la percezione di un premio per il rischio superiore al passato sugli asset americani rendono opportuno un posizionamento neutrale, dopo il veloce recupero delle ultime settimane. Abbiamo riposizionato i portafogli più in linea con struttura degli indici aumentando quindi l’esposizione al settore tecnologico e dei semiconduttori.
GIAPPONE
NEUTRO
Rispetto a Europa ed emergenti il mercato giapponese ci pare meno interessante per l'aspettativa di crescita degli utili e un quadro macroeconomico meno brillante. Se il rialzo dei tassi di interesse beneficia il settore finanziario, l'elevata volatilità dei bond a lunga scadenza rende il mercato vulnerabile alla reintroduzione di premi per il rischio. Le valutazioni sono nel complesso relativamente basse e la redditività aziendale è in miglioramento grazie anche al processo di ristrutturazione dei bilanci.
MERCATI EMERGENTI
ABBASTANZA POSITIVO
Manteniamo il sovrappeso nei confronti dei paesi emergenti ed in particolare verso l'area asiatica. L'accordo Cina-USA sulle tariffe, per quanto temporaneo, toglie pressione agli asset emergenti e ne migliora le prospettive di crescita. Questi sviluppi sono favorevoli anche per le divise che non devono assorbire l'impatto delle tariffe e beneficiano di un miglioramento nella percezione relativa di rischio. Confermiamo il sovrappeso nei confronti della Cina, per l’atteggiamento del governo più supportivo verso il settore privato e per l’attesa di una politica fiscale più espansiva.
MERCATI OBBLIGAZIONARI
La componente obbligazionaria mantiene l’esposizione ai titoli di stato e una duration sostanzialmente in linea con i benchmark. La riduzione delle tensioni sui dazi con la Cina ha consentito alla Fed di essere più attendista e ha spostato l'attenzione nei confronti dello stimolo fiscale americano. In Europa, il contesto macro rimane meno esposto a pressioni inflazionistiche e meno soggetto a premi per il rischio di natura politica, con la BCE che sembra ora più prossima alla conclusione del ciclo di espansione monetaria. I tassi americani una volta coperti dal rischio di cambio offrono un rendimento inferiore a quelli europei; tuttavia in caso di rischio ciclico la Fed ha nell’attuale contesto maggiori spazi di manovra. Nel credito continuiamo a preferire le componenti di maggiore qualità e la subordinazione finanziaria rispetto all’high yield. Tra i bond emergenti favoriamo quelli in valuta locale rispetto a quelli in valuta forte.
GOVERNATIVO
NEUTRO
Manteniamo un posizionamento complessivamente neutrale verso i titoli di stato. I portafogli hanno ancora una marginale preferenza verso le scadenze intermedie rispetto a quelle a lunga per limitare l'effetto dell'aumento del premio per il rischio lungo la curva legato alla politica fiscale. I tassi americani una volta coperti dal rischio di cambio offrono un rendimento inferiore a quelli europei; tuttavia in caso di rischio ciclico la Fed ha nell’attuale contesto maggiori spazi di manovra.
CORPORATE
NEUTRO
Il segmento investment grade è uno strumento relativamente attraente per ottenere un extra-rendimento rispetto ai titoli di stato, nonostante gli spread siano storicamente compressi e il contesto caratterizzato ancora da una certa incertezza macroeconomica e politica. In particolare, la componente europea beneficia del supporto della politica fiscale tedesca e di un contesto reddituale complessivamente in miglioramento. Il settore finanziario continua ad essere un segmento nel quale abbiamo una visione di favore.
HIGH YIELD
ABBASTANZA NEGATIVO
Il rallentamento macro in corso, l'incertezza che deriva dalle negoziazioni sulle tariffe e la volatilità dei mercati introducono elementi di vulnerabilità sugli spread delle obbligazioni societarie di minore qualità. Tuttavia i tassi di default sono ancora relativamente contenuti, per quanto in risalita, e pensiamo che non aumenteranno significativamente. Rimaniamo sottopesati preferendo una combinazione di credito corporate investment grade, subordinazione finanziaria e azioni.
MERCATI EMERGENTI
NEUTRO
L'evoluzione al momento favorevole delle relazioni con la Cina sulle tariffe ci porta ad aumentare l'esposizione al debito emergente in valuta locale. Il contenimento del rischio tariffario e ciclico suggerisce una stabilizzazione delle valute e una attrattività del carry offerto dal debito locale. Preferiamo la componente locale a quella in valuta forte, per gli spread ristretti e per la pressione al rialzo in corso sulla parte a lunga scadenza della curva americana.
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